My Sweeth Arcadia ~

Jillian; Nijalil

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LadyFlame ~
view post Posted on 17/3/2011, 01:21




senzaolo3np

nomes





Purezza, innocenza.
Inutilità.
Non hanno altra funzione che far vedere il mondo con occhi innocenti.
Cosa vi è d’innocente in questo mondo?
Tutto perde la sua innocenza,anche i fanciulli sono destinati a perdere quel velo che si contrappone ai loro occhi per lasciar spazio ad una realtà più cruda.
Perché abbiamo modo di vedere il mondo con gli occhi fanciulleschi?
Perché bisogna dar modo alle persone di perdere qualcosa che potrebbe essere meraviglioso?
No, in un mondo come questo, popolato da simili anime non è meraviglioso possedere l’innocenza.
In un mondo come questo bisogna saper cogliere le allusioni, le parole non dette ed i pensieri non mostrati.
L’ingenuità dettata dalla limpidezza d’animo non è permessa se si vuole sopravvivere.
Ogni creatura vivente prima o poi verrà catapultata in una realtà dolorosa d’accettare; dolorosa, cruenta, crudele e canzonatrice.
Già, la vita sembra esser fatta per prendersi gioco delle persone che scivolano sul suo filo.

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Jillian; Nijalil :Nome
Spirito libero :Allineamento
Spirito libero :Classe
Mezzo Demone :Razza

Pericolosità: G
Energia: Bianca
Dominio: Void Runner
Conto:





jillian00




Cos’è la delicatezza se non un mero involucro?


La bellezza: non esiste nulla di più soggettivo come lei. D’altronde cos’è la bellezza se non un insieme di dettagli che creano quella che potrebbe essere definita come creatura perfetta? Non sono solo i pregi a renderla tale, se così fosse si potrebbe parlare di una perfezione vuota, senza alcun carattere. La mancanza di un simile elemento non potrebbe far altro se non rendere ciò che si era considerato perfetto, imperfetto.
Se si vuole parlare di Jillian e Nijalil non si può non affermare che abbiano, perlomeno, un aspetto gradito anche allo sguardo di un estraneo. La sua figura può rappresentare la pura femminilità, quel genere che non può essere scacciato neanche dal carattere e dai modi di fare tanto mascolini della prima fanciulla, anzi a modo suo sembra riuscire comunque a valorizzare un corpo nato per la seduzione. Nonostante la sua scarsa altezza possiede delle dolci forme scolpite da chissà qualche artista e che ben si compongono con la curvatura della sua vita attribuita, solitamente, alle danzatrici del ventre.
Un elemento che non passa di certo inosservato sono i suoi occhi: possiedono un magnifico taglio felino, grandi, e contornati da lunghe ciglia nere che valorizzano il colore inusuale delle sue iridi: argento fuso. Guardarla negli occhi potrebbe voler dire il più delle volte perdersi e venire risucchiati, come incantati o rapiti, in quella lava densa e brillante contenuta dalla sottile diga nera. Il suo sguardo è mutevole in base a chi delle due anime è in quel momento a diretto contatto con la realtà: passa dall’essere glaciale, impenetrabile, ostile e sprezzante al desiderio di sedurre e distruggere chiunque si contrapponga sulla sua strada.
Il viso che contiene questi gioielli ha una forma ovale e possiede dei tratti delicati, con delle labbra ben definite e di un colore pieno, acceso come i petali degli alberi di pesco. Tali connotati vengono risaltati dalla lunga coltre di capelli che racchiudono in sé due colori portanti della notte: l'oscuro nero, e i riflessi argentei che ricordano la splendida luna.

Se non fossero perennemente legati in una lunga coda o in una pesante treccia diverrebbero una magnifica cornice per la fanciulla accentuando il suo sguardo e ricadendo morbidamente lungo il suo corpo.
La sua pelle appare delicata, come se un semplice tocco potrebbe rovinarla, romperla; quest’apparenza bisogna attribuirla soprattutto al suo essere diafana. Di tanto in tanto, guardandola attentamente sembra di riuscire a scorgere appena la venatura che si sviluppa direttamente al di sotto della sua cute. Non ha imperfezioni, tranne che per una cicatrice all’altezza del cuore: non ha una forma particolare, è una semplice cicatrice agli occhi di chiunque, ma per loro ha significato la condanna con cui devono convivere.
Nel suo involucro di fanciulla delicata nasconde una forza ed agilità che difficilmente potrebbero esserle attribuita. Le gambe sono ben delineate, sembrano create appositamente per essere sfruttate in movimenti agili e veloci. Le mani dalla parvenza delicata hanno delle dita fine ed affusolate; i movimenti che compiono possono essere molto veloci ed agili visto il mestiere che ha intrapreso.
E’ solita indossare una semplice maglia in cotone nera con sopra un gilet in pelle che passa al di sotto del seno, come se lo stesse sorreggendo; attaccata a questa striscia di pelle vi sono un paio di catenine che passano da un’estremità all’altra rimanendo comunque pendenti e libere di dondolare. Le sue gambe sono fasciate da un paio di pantaloni in pelle ben aderenti, ma che riescono a lasciarla piuttosto libera nei movimenti. Sulle braccia si possono ben vedere un paio di polsiere in cuoio ed un bracciale del medesimo materiale poco al di sotto della clavicola.






La gola mi brucia.
La realtà non sembra essere tale.
Ogni suono è attutito, come se mi trovassi in un’ampolla di vetro.
La vista è annebbiata, qualcosa di caldo mi scorre lungo le guance.
Qualcosa che sembra esser viscido mi ricopre mani e braccia.
Qualcosa mi pesa sulle gambe.
Sembra caldo, morbido...
Sento un dolore nel petto, asfissiante, squassante.
Mi sento morire, ma vivo.
La testa sembra esplodermi.
La mia mente non riesce più a collegare gli eventi.
Confusione.
Quel corpo lo sento più vicino al mio.
Com’è possibile?
Il suo calore, sta scomparendo.
Com’è possibile?
La gola, più passa il tempo e più ho l’impressione che non esista.
Dovrei riuscire ad afferrare così tante cose, comprenderle... eppure tutto sembra sfuggire alla mia comprensione.
Cosa mi sta succedendo?
Cos’è che preme contro il mio corpo?
Non vedo, eppure so che sto guardando il suo volto.
Ora ricordo.
Ora so.
Avvicino il mio viso al suo corpo.
Affonda.
Il suo odore, lo sento.
Se ne sta andando, se ne va insieme a lei...

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Vi sono tante piccole cose che segnano il percorso delle persone: dettagli che appaiono insignificanti ma che possiedono un grande potere sugli esseri viventi.
Cosa succede se succede qualcosa di grande? Qualcosa che ti sconvolge? Cambi,cambi in maniera drastica.
Potrai dimenticare, potrai fingere che non sia successo ma la cicatrice sarà sempre ben presente. Tutti lo vedranno, tutti lo sapranno, tu sarai l’unica stolta che negherà. Non sarebbe più facile accettare? No, non arrendersi, ma accettare che tutto ciò sia successo?
Ora stai continuando la tua vita: passiva, lasci che gli eventi scorrano sulla tua pelle come se fossero gocce di pioggia adattandoti alle situazioni in cui ti trovi.
Fingi di vivere quando ti senti privata della vita stessa.
Hai provato a dimenticare, non ci sei riuscita. Tutte le notti rivedi quella scena: un candore macchiato, una linfa vitale privata dell’involucro a cui donava il respiro. Era lì, tra le tue braccia eppure sapevi che non c’era; tutto ciò che di lei vi era di caratteristico era svanito.
Mai avresti potuto pensare che sarebbe potuta morire: era la Tua Dea, la tua vita, il tuo mondo...
Ciò che più ti spaventa è la consapevolezza che tu stessa hai distrutto il tuo mondo.
Ti rivedi quando la stringevi a te quell’infausto giorno, con quelle poche forze che avevi in corpo e i tuoi occhi rapiti da quella massa rossa come il sangue ed umida. Ancora non accetti di aver fatto qualcosa del genere? Ancora non te ne capaciti? Eppure lo hai visto tu stessa, i tuoi occhi hanno catturato l’immagine delle gesta che compiesti al tempo: pur non andandone fiera, pur avendone il rimorso non lo cancellerai mai.
Piangi, versi lacrime, ti prosciughi ma i tuoi singhiozzi e le tue urla ancora risuonano nella memoria.
Non serve a nulla piangere bambina, le lacrime non ripareranno ai tuoi errori, non ti espieranno dai tuoi peccati.
Ora però non sei più la fanciulla disperata di allora. Hai imparato, hai conosciuto ed ora eccoti qui: appari fiera di tutto ciò che ti rappresenti, hai maschere di pura arroganza. Ma cosa si cela al di sotto di esse?

Ora che hai perso la tua Dea cosa sei diventata? Chi veneri ora?
La tua vita ormai ha perso di ogni significato. Vivi per orgoglio, vivi per costrizione.
E’ veramente vivere questo? Hai smesso di amare, cammini, osservi e parli, tutto ciò solo in funzione dei tuoi bisogni. Odi, odi in maniera indistinta chiunque... te stessa compresa.
Cos’è che ami? Il sangue? La lussuria? Ami un qualche tipo di peccato? Qualche virtù?
No, non è nulla di tutto ciò; essi non appartengono a te: per quante virtù tu possa avere, per quanti peccati tu possa commettere non saranno mai i pilastri del tuo tempo.
Ogni cosa che di buono può esserci in te viene annullato direttamente dalle tue azioni.
La tua sincerità verrà disprezzata, la tua correttezza denigrata; tutto ciò per dar spazio al tuo stile di vita, al tuo modo di essere, porti e mostrarti.
Ami il pericolo, l’adrenalina che ti scorre nelle vene quando sai che la tua anima rischia di avvicinarsi sempre più alle braccia della Dama.
Virtù e peccati non esistono per te, non hanno alcun valore nel tuo mondo: il giorno, il momento ecco cosa vi è di fondamentale.
Vivi per te stessa?
No, tu non hai mai vissuto solo e soltanto per te stessa: tu adori, tu servi.
Chi?
Un tempo la tua Dea, la tua creatrice.
Ora?
La Dama di tutti noi, l’unica che decide in maniera indiscriminata della vita di chiunque.
Magnifica, fredda, mietitrice di anime crudeli o benigne che siano; tutti la servono, ma tu sola la servi con consapevolezza sperando che un giorno sia tanto magnanima da concederti la grazia dell’eterno riposo.








Diverse.
Uguali.
Unite.
Divise.
L’una è il principio, l’altra è la conseguenza.
Entrambe indesiderate da qualcuno.
Entrambe con l’orgoglio che scorre nelle loro anime.
Due anime.
Eppure in principio era una.
Innaturale, mostruoso e crudele.
Come si poteva sperare che la seconda fosse meglio della prima?
Uno strumento, un mero strumento per contenere ciò di più crudele stava nascendo nell’una.
Voleva mantenerla candida, pura da ogni peccato.
Il peso alleviato ma sempre presente.
La prima vive, la seconda vivrà a spese della prima.
La seconda è priva di ogni virtù al di fuori della bellezza che condivide.
Entrambe odiano.
Entrambe bramano una vendetta.
Chi è il bene?
Chi è il male?
Fra loro non esiste questa distinzione.
Loro possono essere entrambe le cose.
Il dolore provato?
Inutile.
Lo sforzo fatto?
Inutile.
Era destino.
Quel candido corpo non avrebbe mai potuto contenere una sola anima pura.
Entrambe macchiate.
Entrambe continuano a macchiarsi del sangue altrui.
L’una servitrice devota della Morte, l’altra servitrice dei suoi meri istinti.
Si odiano.
Il legame è forte.
Due entità.
Unite.
Dipendenti.
Consapevoli della loro esistenza.
Inconsapevoli della loro complementarità.
Desiderose di spezzare il sottile filo.
Desiderose di scegliere il loro destino autonomamente.
Dannate a non veder realizzarsi quest’unico, grande desiderio.
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Guardarsi nella fredda superficie riflettente di uno specchio: vedersi e rendersi conto che nell'immagine riflessa appartiene ad entrambe, e non ad una sola.
Così diverse, eppure costrette ad una convivenza tanto intima.
Vi ricordate quel giorno? Il giorno in cui è stata creata la nuova creatura?
Le anime, non si dovrebbe mai giocare con loro, nessuno ne ha il diritto. Ogni anima è stata concepita per avere un percorso ben delineato; lei però dovette elevarsi a Dea, dovette giocare con un qualcosa che non può essere compreso da alcuna creatura che non sia realmente divina.
Quello fu un giorno segnato dal dolore di cui ancora ne portano la cicatrice.
«La nostra anima fu letteralmente strappata: ogni secondo fu straziante, ogni secondo una parte di essa si allontanava per sempre ed irrimediabilmente dall’altra.
Pienamente coscienti di ciò che stava accadendo, neanche la grazia del nulla ci fu donata; puro dolore, ogni nostro senso riusciva a percepire solo esso. Ogni tentativo di urlare veniva soffocato, moriva nella gola.
Ma nelle nostre orecchie lo sentivamo, nella mente quell’urlo mai espresso nel reale ci stava assordando.
Immobili cercavamo di contorcerci senza trovarne la forza.
Ogni parte di noi, ogni singola fibra, ogni singola cellula sembrava distaccarsi lentamente da noi per allontanarsi, per fuggire da ciò che ci veniva fatto.
Quanto durò? Quei pochi minuti che apparvero essere lunghe ore.
Sembrava che da un momento all’altro sarebbe giunta la grazia della morte, grazia che mai ci venne concessa.
»
Sangue.
Non vi è nulla di più divino del sangue per te. Ami il suo odore, il suo sapore... quante vite hai rubato? Quante cicatrici hai lasciato solo per poter vedere scorrere quella magnifica linfa rossa? Ti sei crogiolata in quei laghi cremisi come poté fare solamente Carmilla, nel suo tentativo di rimanere giovane per l’eternità.
Ami vedere il dolore altrui dipinto sul volto; le mille espressioni che può assumere, i mille modi che questa terribile sensazione ha di esprimersi: un contorcesi continuo dei corpi, urla che ti privano di ogni energia... tu ami tutto questo.
Perché lo fai? Perché qualcosa del genere accadde a te? Perché vuoi far provare ciò che hai provato tu al tempo della tua nascita? No, tu la vendetta l’hai già assaporata con la morte della tua creatrice. Nel tuo animo non c’è spazio per la compassione, per l’amore o altri sentimenti tanto effimeri quanto sopravvalutati.
Sei quella che agisce razionalmente, calcolando ogni singolo passo da dover compiere.
Sei la seduttrice, l’amante, la mantide...
Ora chiudi gli occhi.
Dormi.
Goditi il lusso su cui stai dormendo, e lasciati avvolgere dalla fragranza del sangue.






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Edited by LadyFlame ~ - 19/9/2011, 19:16
 
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LadyFlame ~
view post Posted on 10/10/2013, 20:59




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Purezza, innocenza.
Inutilità.
Non hanno altra funzione che far vedere il mondo con occhi innocenti.
Cosa vi è d’innocente in questo mondo?
Tutto perde la sua innocenza,anche i fanciulli sono destinati a perdere quel velo che si contrappone ai loro occhi per lasciar spazio ad una realtà più cruda.
Perché abbiamo modo di vedere il mondo con gli occhi fanciulleschi?
Perché bisogna dar modo alle persone di perdere qualcosa che potrebbe essere meraviglioso?
No, in un mondo come questo, popolato da simili anime non è meraviglioso possedere l’innocenza.
In un mondo come questo bisogna saper cogliere le allusioni, le parole non dette ed i pensieri non mostrati.
L’ingenuità dettata dalla limpidezza d’animo non è permessa se si vuole sopravvivere.
Ogni creatura vivente prima o poi verrà catapultata in una realtà dolorosa d’accettare; dolorosa, cruenta, crudele e canzonatrice.
Già, la vita sembra esser fatta per prendersi gioco delle persone che scivolano sul suo filo.

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Jillian; Nijalil :Nome
Spirito libero :Allineamento
Ladra :Classe
Mezzo Demone :Razza

Pericolosità: G
Energia: Bianca
Dominio: Void Runner
Conto: x





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Cos’è la delicatezza se non un mero involucro?


La bellezza: non esiste nulla di più soggettivo come lei. D’altronde cos’è la bellezza se non un insieme di dettagli che creano quella che potrebbe essere definita come creatura perfetta? Non sono solo i pregi a renderla tale, se così fosse si potrebbe parlare di una perfezione vuota, senza alcun carattere. La mancanza di un simile elemento non potrebbe far altro se non rendere ciò che si era considerato perfetto, imperfetto.
Se si vuole parlare di Jillian e Nijalil non si può non affermare che abbiano, perlomeno, un aspetto gradito anche allo sguardo di un estraneo. La sua figura può rappresentare la pura femminilità, quel genere che non può essere scacciato neanche dal carattere e dai modi di fare tanto mascolini della prima fanciulla, anzi a modo suo sembra riuscire comunque a valorizzare un corpo nato per la seduzione. Nonostante la sua scarsa altezza possiede delle dolci forme scolpite da chissà qualche artista e che ben si compongono con la curvatura della sua vita attribuita, solitamente, alle danzatrici del ventre.
Un elemento che non passa di certo inosservato sono i suoi occhi: possiedono un magnifico taglio felino, grandi, e contornati da lunghe ciglia nere che valorizzano il colore inusuale delle sue iridi: argento fuso. Guardarla negli occhi potrebbe voler dire il più delle volte perdersi e venire risucchiati, come incantati o rapiti, in quella lava densa e brillante contenuta dalla sottile diga nera. Il suo sguardo è mutevole in base a chi delle due anime è in quel momento a diretto contatto con la realtà: passa dall’essere glaciale, impenetrabile, ostile e sprezzante al desiderio di sedurre e distruggere chiunque si contrapponga sulla sua strada.
Il viso che contiene questi gioielli ha una forma ovale e possiede dei tratti delicati, con delle labbra ben definite e di un colore pieno, acceso come i petali degli alberi di pesco. Tali connotati vengono risaltati dalla lunga coltre di capelli che racchiudono in sé due colori portanti della notte: l&#39;oscuro nero, e i riflessi argentei che ricordano la splendida luna.

Se non fossero perennemente legati in una lunga coda o in una pesante treccia diverrebbero una magnifica cornice per la fanciulla accentuando il suo sguardo e ricadendo morbidamente lungo il suo corpo.
La sua pelle appare delicata, come se un semplice tocco potrebbe rovinarla, romperla; quest’apparenza bisogna attribuirla soprattutto al suo essere diafana. Di tanto in tanto, guardandola attentamente sembra di riuscire a scorgere appena la venatura che si sviluppa direttamente al di sotto della sua cute. Non ha imperfezioni, tranne che per una cicatrice all’altezza del cuore: non ha una forma particolare, è una semplice cicatrice agli occhi di chiunque, ma per loro ha significato la condanna con cui devono convivere.
Nel suo involucro di fanciulla delicata nasconde una forza ed agilità che difficilmente potrebbero esserle attribuita. Le gambe sono ben delineate, sembrano create appositamente per essere sfruttate in movimenti agili e veloci. Le mani dalla parvenza delicata hanno delle dita fine ed affusolate; i movimenti che compiono possono essere molto veloci ed agili visto il mestiere che ha intrapreso.
E’ solita indossare una semplice maglia in cotone nera con sopra un gilet in pelle che passa al di sotto del seno, come se lo stesse sorreggendo; attaccata a questa striscia di pelle vi sono un paio di catenine che passano da un’estremità all’altra rimanendo comunque pendenti e libere di dondolare. Le sue gambe sono fasciate da un paio di pantaloni in pelle ben aderenti, ma che riescono a lasciarla piuttosto libera nei movimenti. Sulle braccia si possono ben vedere un paio di polsiere in cuoio ed un bracciale del medesimo materiale poco al di sotto della clavicola.






La gola mi brucia.
La realtà non sembra essere tale.
Ogni suono è attutito, come se mi trovassi in un’ampolla di vetro.
La vista è annebbiata, qualcosa di caldo mi scorre lungo le guance.
Qualcosa che sembra esser viscido mi ricopre mani e braccia.
Qualcosa mi pesa sulle gambe.
Sembra caldo, morbido...
Sento un dolore nel petto, asfissiante, squassante.
Mi sento morire, ma vivo.
La testa sembra esplodermi.
La mia mente non riesce più a collegare gli eventi.
Confusione.
Quel corpo lo sento più vicino al mio.
Com’è possibile?
Il suo calore, sta scomparendo.
Com’è possibile?
La gola, più passa il tempo e più ho l’impressione che non esista.
Dovrei riuscire ad afferrare così tante cose, comprenderle... eppure tutto sembra sfuggire alla mia comprensione.
Cosa mi sta succedendo?
Cos’è che preme contro il mio corpo?
Non vedo, eppure so che sto guardando il suo volto.
Ora ricordo.
Ora so.
Avvicino il mio viso al suo corpo.
Affonda.
Il suo odore, lo sento.
Se ne sta andando, se ne va insieme a lei...

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Vi sono tante piccole cose che segnano il percorso delle persone: dettagli che appaiono insignificanti ma che possiedono un grande potere sugli esseri viventi.
Cosa succede se succede qualcosa di grande? Qualcosa che ti sconvolge? Cambi,cambi in maniera drastica.
Potrai dimenticare, potrai fingere che non sia successo ma la cicatrice sarà sempre ben presente. Tutti lo vedranno, tutti lo sapranno, tu sarai l’unica stolta che negherà. Non sarebbe più facile accettare? No, non arrendersi, ma accettare che tutto ciò sia successo?
Ora stai continuando la tua vita: passiva, lasci che gli eventi scorrano sulla tua pelle come se fossero gocce di pioggia adattandoti alle situazioni in cui ti trovi.
Fingi di vivere quando ti senti privata della vita stessa.
Hai provato a dimenticare, non ci sei riuscita. Tutte le notti rivedi quella scena: un candore macchiato, una linfa vitale privata dell’involucro a cui donava il respiro. Era lì, tra le tue braccia eppure sapevi che non c’era; tutto ciò che di lei vi era di caratteristico era svanito.
Mai avresti potuto pensare che sarebbe potuta morire: era la Tua Dea, la tua vita, il tuo mondo...
Ciò che più ti spaventa è la consapevolezza che tu stessa hai distrutto il tuo mondo.
Ti rivedi quando la stringevi a te quell’infausto giorno, con quelle poche forze che avevi in corpo e i tuoi occhi rapiti da quella massa rossa come il sangue ed umida. Ancora non accetti di aver fatto qualcosa del genere? Ancora non te ne capaciti? Eppure lo hai visto tu stessa, i tuoi occhi hanno catturato l’immagine delle gesta che compiesti al tempo: pur non andandone fiera, pur avendone il rimorso non lo cancellerai mai.
Piangi, versi lacrime, ti prosciughi ma i tuoi singhiozzi e le tue urla ancora risuonano nella memoria.
Non serve a nulla piangere bambina, le lacrime non ripareranno ai tuoi errori, non ti espieranno dai tuoi peccati.
Ora però non sei più la fanciulla disperata di allora. Hai imparato, hai conosciuto ed ora eccoti qui: appari fiera di tutto ciò che ti rappresenti, hai maschere di pura arroganza. Ma cosa si cela al di sotto di esse?

Ora che hai perso la tua Dea cosa sei diventata? Chi veneri ora?
La tua vita ormai ha perso di ogni significato. Vivi per orgoglio, vivi per costrizione.
E’ veramente vivere questo? Hai smesso di amare, cammini, osservi e parli, tutto ciò solo in funzione dei tuoi bisogni. Odi, odi in maniera indistinta chiunque... te stessa compresa.
Cos’è che ami? Il sangue? La lussuria? Ami un qualche tipo di peccato? Qualche virtù?
No, non è nulla di tutto ciò; essi non appartengono a te: per quante virtù tu possa avere, per quanti peccati tu possa commettere non saranno mai i pilastri del tuo tempo.
Ogni cosa che di buono può esserci in te viene annullato direttamente dalle tue azioni.
La tua sincerità verrà disprezzata, la tua correttezza denigrata; tutto ciò per dar spazio al tuo stile di vita, al tuo modo di essere, porti e mostrarti.
Ami il pericolo, l’adrenalina che ti scorre nelle vene quando sai che la tua anima rischia di avvicinarsi sempre più alle braccia della Dama.
Virtù e peccati non esistono per te, non hanno alcun valore nel tuo mondo: il giorno, il momento ecco cosa vi è di fondamentale.
Vivi per te stessa?
No, tu non hai mai vissuto solo e soltanto per te stessa: tu adori, tu servi.
Chi?
Un tempo la tua Dea, la tua creatrice.
Ora?
La Dama di tutti noi, l’unica che decide in maniera indiscriminata della vita di chiunque.
Magnifica, fredda, mietitrice di anime crudeli o benigne che siano; tutti la servono, ma tu sola la servi con consapevolezza sperando che un giorno sia tanto magnanima da concederti la grazia dell’eterno riposo.








Diverse.
Uguali.
Unite.
Divise.
L’una è il principio, l’altra è la conseguenza.
Entrambe indesiderate da qualcuno.
Entrambe con l’orgoglio che scorre nelle loro anime.
Due anime.
Eppure in principio era una.
Innaturale, mostruoso e crudele.
Come si poteva sperare che la seconda fosse meglio della prima?
Uno strumento, un mero strumento per contenere ciò di più crudele stava nascendo nell’una.
Voleva mantenerla candida, pura da ogni peccato.
Il peso alleviato ma sempre presente.
La prima vive, la seconda vivrà a spese della prima.
La seconda è priva di ogni virtù al di fuori della bellezza che condivide.
Entrambe odiano.
Entrambe bramano una vendetta.
Chi è il bene?
Chi è il male?
Fra loro non esiste questa distinzione.
Loro possono essere entrambe le cose.
Il dolore provato?
Inutile.
Lo sforzo fatto?
Inutile.
Era destino.
Quel candido corpo non avrebbe mai potuto contenere una sola anima pura.
Entrambe macchiate.
Entrambe continuano a macchiarsi del sangue altrui.
L’una servitrice devota della Morte, l’altra servitrice dei suoi meri istinti.
Si odiano.
Il legame è forte.
Due entità.
Unite.
Dipendenti.
Consapevoli della loro esistenza.
Inconsapevoli della loro complementarità.
Desiderose di spezzare il sottile filo.
Desiderose di scegliere il loro destino autonomamente.
Dannate a non veder realizzarsi quest’unico, grande desiderio.
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Guardarsi nella fredda superficie riflettente di uno specchio: vedersi e rendersi conto che nell&#39;immagine riflessa appartiene ad entrambe, e non ad una sola.
Così diverse, eppure costrette ad una convivenza tanto intima.
Vi ricordate quel giorno? Il giorno in cui è stata creata la nuova creatura?
Le anime, non si dovrebbe mai giocare con loro, nessuno ne ha il diritto. Ogni anima è stata concepita per avere un percorso ben delineato; lei però dovette elevarsi a Dea, dovette giocare con un qualcosa che non può essere compreso da alcuna creatura che non sia realmente divina.
Quello fu un giorno segnato dal dolore di cui ancora ne portano la cicatrice.
«La nostra anima fu letteralmente strappata: ogni secondo fu straziante, ogni secondo una parte di essa si allontanava per sempre ed irrimediabilmente dall’altra.
Pienamente coscienti di ciò che stava accadendo, neanche la grazia del nulla ci fu donata; puro dolore, ogni nostro senso riusciva a percepire solo esso. Ogni tentativo di urlare veniva soffocato, moriva nella gola.
Ma nelle nostre orecchie lo sentivamo, nella mente quell’urlo mai espresso nel reale ci stava assordando.
Immobili cercavamo di contorcerci senza trovarne la forza.
Ogni parte di noi, ogni singola fibra, ogni singola cellula sembrava distaccarsi lentamente da noi per allontanarsi, per fuggire da ciò che ci veniva fatto.
Quanto durò? Quei pochi minuti che apparvero essere lunghe ore.
Sembrava che da un momento all’altro sarebbe giunta la grazia della morte, grazia che mai ci venne concessa.
»
Sangue.
Non vi è nulla di più divino del sangue per te. Ami il suo odore, il suo sapore... quante vite hai rubato? Quante cicatrici hai lasciato solo per poter vedere scorrere quella magnifica linfa rossa? Ti sei crogiolata in quei laghi cremisi come poté fare solamente Carmilla, nel suo tentativo di rimanere giovane per l’eternità.
Ami vedere il dolore altrui dipinto sul volto; le mille espressioni che può assumere, i mille modi che questa terribile sensazione ha di esprimersi: un contorcesi continuo dei corpi, urla che ti privano di ogni energia... tu ami tutto questo.
Perché lo fai? Perché qualcosa del genere accadde a te? Perché vuoi far provare ciò che hai provato tu al tempo della tua nascita? No, tu la vendetta l’hai già assaporata con la morte della tua creatrice. Nel tuo animo non c’è spazio per la compassione, per l’amore o altri sentimenti tanto effimeri quanto sopravvalutati.
Sei quella che agisce razionalmente, calcolando ogni singolo passo da dover compiere.
Sei la seduttrice, l’amante, la mantide...
Ora chiudi gli occhi.
Dormi.
Goditi il lusso su cui stai dormendo, e lasciati avvolgere dalla fragranza del sangue.






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Delicata.
Letale.
Vive per macchiarsi di linfa cremisi; il suo compito, la sua vita.
Eppure non vi è neanche una traccia di sangue sulla sua fredda superficie.
Immacolata, per sempre.
Completamente anonima.
Nessuna particolarità.
Nessun segno di riconoscimento.
Eppure, è speciale.
Sinéad è il nome che porta, il nome che le è stato donato.
Grazia di Dio.
Questo è ciò che sta a significare.
Questo è il suo dono.
La grazia della morte.
La grazia di non vivere.
Il riposo eterno.

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Loro, dalla figura aggraziata e delicata che altre armi potevano possedere se non qualcosa che s’accompagnava alla perfezione con il loro aspetto?
Non è un fattore meramente estetico, bensì ha a che fare soprattutto con la praticità: insomma come potrebbe un qualcosa con un corpo come il loro portare, maneggiare, armi che risultino essere eccessivamente pesanti? Senza contare che l’ingombrante non è conveniente ad una razza che combatte basandosi soprattutto sull’agilità e la velocità.
Sinéad in questo senso si dimostra essere l’arma perfetta per creature come Jillian e Nijalil.
Leggera, semplice e con una lieve curvatura che le da un tocco d’eleganza.
Questa katana non possiede alcuna guardia; il suo aspetto può essere definito semplice e pulito, senza alcun tratto di riconoscimento apparente.
L’impugnatura non sembra possedere alcun carattere speciale, come nel complesso l’arma stessa, eppure solo le loro dita affusolate riescono ad impugnare alla perfezione quell’arma: essa sembra esser fatta appositamente per appartenere a loro ed a nessun’altro.
La lama raggiunge i sessanta centimetri di lunghezza, e viene sempre tenuta ben lucida dalla fanciulla mascolina.
Fodero ed impugnatura sono fatti in un materiale che può apparir essere metallico, pur non avendone, al tatto, alcuna somiglianza: pur essendo liscio, infatti, risulta essere molto meno freddo e duro; la provenienza ed il nome di simile componente è ancora all’oscuro delle ragazze.


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Piccoli, precisi, letali.
Le fanciulle non si sapevano accontentare di una sola arma, loro avevano bisogno di qualcos’altro, che fosse anche differente: i loro piccoli, dolci Nàide.
Cosa sono precisamente?
Semplice: pugnali. Un gruppo di pugnali da lancio che amano sfruttare. Il loro armamentario non poteva basarsi solo su un genere di arma, bensì preferivano averne di diversi tipi: una per ogni occasione.
Jillian, al solito, è colei che ne ha più cura fra le due; sembra che le armi siano l’unica cosa a cui è particolarmente affezionata e che sappiano calmarla nei momenti di nervosismo.
La lunghezza della lama si aggira intorno ai dieci centimetri; nulla di particolare, ha un semplice doppio filo e, naturalmente, una punta ben acuminata.
Sul piatto della lama sono presenti delle incisioni, mentre l’impugnatura presenta cinque fori di alleggerimento.
Leggeri, discreti, silenziosi .
Scorrono fluentemente nell’aria.
Lasciano che la loro luce venga spenta dal fluido cremisi.














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Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz&#39;altro quelli più denigrati,
allontanati e scacciati di tutti.
Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e
non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
A forza di crescere in questo modo,
i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli,
minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che
potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale".
Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche.
Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d&#39;emozioni,
ma senz&#39;altro, a differenza di tutte le altre razze,
si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto.
Quest&#39;abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Cot9B

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Una mossa subdola e efficace, che i ladri sono soliti utilizzare in corpo a corpo per liberarsi dalle situazioni più difficili. Spendendo infatti pochissima concentrazione, uno dei palmi del ladro si illuminerà di un alone scuro con proprietà indebolenti e nauseanti. Dopo essere riuscito a toccare il corpo dell&#39;avversario, infatti, (o anche la sua armatura o i suoi vestiti) le tossine emanate dall&#39;alone penetreranno nel corpo del nemico, provocandogli un forte senso di nausea e confusione che presumibilmente lo stordirà quanto basta da permettere al furfante di compiere un secondo attacco molto più pericoloso e/o allontanarsi dal proprio avversario in tutta sicurezza. La nausea può essere combattuta come un normalissimo veleno che provoca danni alla mente di chi lo subisce pari a medi, sotto forma di confusione - non per questo, tuttavia, va considerata una tecnica psionica.
[Consumo di energie: Medio; Pergamena del Ladro: tocco della vipera]







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Senza dubbio, una delle pergamene più infide di cui può disporre il ladro. Dopo qualche attimo di concentrazione e di silenzio, il ladro riuscirà a evocare sul campo di battaglia un&#39;immagine rappresentante qualsiasi tipo di oggetto/persona/creatura. Tale immagine potrà essere vista da tutte le persone presenti sul campo di battaglia e ingannerà unicamente i sensi della vista e dell&#39;udito. Potrà parlare, quindi, e fare rumore, ma non possiederà alcun odore (benché solo quelli col fiuto più acuto potrebbero accorgersene) e non potrà in alcun modo attaccare il proprio avversario o fingere di farlo. A tal proposito, l&#39;immagine non potrà nemmeno muoversi dalla sua posizione, pur potendo compiere qualche movimento circostanziale (con le braccia, ad esempio). Se per qualsiasi ragione l&#39;avversario dovesse entrare in contatto con l&#39;immagine, essa esploderà improvvisamente in un raggio di un paio di metri, provocando un danno pari a Medio a tutte le persone coinvolte. In caso contrario, essa rimarrà in campo fino al termine del turno, svanendo nel nulla una volta "smascherata".
Consumo di energie: Medio; Pergamena del Ladro: Tranello



EnQML

» Effetto passivo:
La prima regola per sparire nel nulla è quella di non essere percepiti, in alcun modo. Va da sé, dunque, che i nati sotto il segno del Void Runner sono in grado di annullare la propria presenza, a partire dalle proprie emanazioni sensoriali. A meno che essi non decidano altrimenti, infatti, dalla loro figura non si disperderà alcun odore, né rumore; potranno infatti muoversi in completo silenzio, e neppure un segugio sarebbe in grado di tracciare la loro pista. Fanno eccezione gli odori imposti sulla loro figura artificialmente, come profumi, macchie di sangue del proprio avversario o simili.
» Effetto attivo: Come un fantasma, i nati sotto il segno del Void runner possiedono l&#39;incredibile capacità di rendersi intangibili per qualche secondo, e superare gli ostacoli che si frappongono tra loro e il proprio obiettivo. Possono quindi raggiungere il bersaglio del loro assassinio nel suo letto, mentre dorme; possono anche penetrare nella tana di un drago e sottrargli il suo tesoro senza passare per l&#39;entrata principale. In combattimento, possono attraversare il terreno, ricomparendo alle spalle del proprio avversario. Spendendo un consumo Basso, il portatore del dominio potrà, dunque, attraversare una qualsiasi superficie e ricomparire al di là di questa, o in un altro punto di quest&#39;ultima. Egli deve entrare ed uscire dalla superficie nello stesso turno, e non può compiere azioni mentre la sta attraversando, anche nel caso in cui un solo dito vi sia ancora immerso. La tecnica non può essere inoltre utilizzata in maniera difensiva, ma potrà avere solo applicazioni offensive o di spostamento lungo il campo di battaglia.




qpMTQ

RazzaClasseBonus InizialeEnergia BiancaDominioAbilità  OggettiTotali
Riflessi e Concentrazione (ReC)150+25+25---------200
Agilità e Velocità (AeV)150+25------+50---225
Potenza e resistenza fisica (PeRf)150-25+25----25---125
Potenza e resistenza magica(PeRm)100---+50---------150
Controllo delle armi e Mira (CaeM)150---------------150





Dolore.
Le sfumature e percezioni dello stesso sono infinite.
Avete mai provato una ferita che non fosse semplicemente emotiva o fisica?
Avete mai provato il vero dolore dell’anima?
Non vi è sangue.
Non vi sono ferite visibili.
Lo si percepisce, nient’altro...


Intangibile, preziosa.
Non la si può percepire con i sensi.
E’ colei che ci collega fra i due mondi.
Molti destini le son stati attribuiti.
Pura essenza di vita.
Senza di lei saremmo come le bambole:
Vuoti.




Creature dall’anima spezzata; chi meglio di voi conosce la sofferenza spirituale?
Il tempo, la reclusione della vostra essenza, vi ha insegnato a conoscerla. La percezione della vostra anima potrebbe essere definita eguale, se non maggiore, a quella del vostro stesso corpo.
Solitamente il distacco dello spirito dal corpo ne sentenzia la morte; il vostro caso è differente.
Che sensazione si prova nell’allontanarsi dal proprio involucro?
Voi lo sapete, lo fate.
Quando una di voi lo desidera può liberarsi del peso della carne... ma solo una delle due. Inizialmente è stato solo un modo per percepire diversamente il mondo circostante, successivamente avete imparato che potete anche interagire con tutto ciò che si trova su quel piano della realtà: toccare ma soprattutto potete ferirlo.
Oh, le ferite dell’anima, quelle che intendete voi non hanno nulla a che vedere con l’astrattezza delle emozioni, voi avete il dono di ferire realmente. Potrebbe essere considerata un’illusione mentale, se non fosse che la lesione è presente, solo non su un piano visibile con semplici occhi.



SPOILER (<a href="javascript:spoiler()">clicca per visualizzare)
L’avere un corpo che contiene due anime da la possibilità, a Jillian e Nijalil, di distaccarsene temporaneamente; ovviamente non possono farlo nello stesso momento, bensì una delle due deve rimanervi all’interno. Questo genere di potere da loro la possibilità di attaccare l’anima del nemico ferendola.
Attacco Psionico Variabile basato sulla ReC della durata di Un turno




Edited by LadyFlame ~ - 20/10/2014, 21:43
 
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